Scartafacci, facezie e altri peccati veniali
Il dietro le quinte di MPM, un caos (quasi) organizzato di idee, intuizioni ed esperienze discutibili
Dobbiamo smetterla di cullarci sugli allora
Allora, diciamoci la verità: “Scartafaccio” non è esattamente il nome che sceglieresti per una rivista patinata o per un blog istituzionale. Ma a noi piacciono le cose un po’ sghembe, quelle che non si prendono troppo sul serio ma che sotto sotto hanno le cose migliori da dire. E poi suona così adorabilmente ‘famolo strano’…
Tecnicamente, il nostro è un manoscritto, un foglio pieno di annotazioni, correzioni, idee buttate lì in attesa di prendere forma definitiva. Insomma, è il dietro le quinte del lavoro di MPM, il caos creativo prima della lucidatura finale. Ed è proprio questo che vuole essere: uno spazio libero dove far scorrere pensieri, spunti, intuizioni e, perché no, qualche inevitabile lapsus calami a seconda della qualità e della quantità delle bevande che abbiamo in ufficio.
Non aspettatevi verità assolute o certezze granitiche: qui si sperimenta, si divaga, si commenta, si provoca. È un laboratorio di idee e parole, una chiacchierata senza troppi freni inibitori, il posto giusto per chi ama la comunicazione ma non sopporta la banalità.
Se siete stanchi di contenuti confezionati su misura per piacere a tutti, fate un bel respiro e tuffatevi nel nostro Scartafaccio. Non garantiamo che ne uscirete più saggi, ma speriamo almeno più rilassati.
Qui troverete racconti della vita di MPM, che scorre placida e operosa come un fiume di montagna, sempre in attesa della tempesta perfetta. C’è il backstage dei nostri progetti, le perle di saggezza dei nostri collaboratori, qualche spunto di riflessione, qualche provocazione e qualche raro quanto involontario colpo di genio.
Commenteremo le cose che vediamo in giro: pubblicità che ci fanno saltare sulla sedia (nel bene e nel male), eventi ai quali partecipiamo, brillanti intuizioni creative (non necessariamente nostre) e qualsiasi altra faccenda meriti la nostra attenzione da attenti osservatori dei costumi e dei linguaggi della contemporaneità.
È un piccolo angolo di libertà, una specie di club per spiriti affini: noi scriviamo e voi, se ne avete voglia, leggete. Perché la comunicazione non è un monologo ma abbisogna di un mittente (o locutore, come preferite) e di un destinatario (o interlocutore) che riceva il messaggio.
Se siete arrivati in fondo a questa fin troppo verbosa introduzione, è perché probabilmente avete voglia di qualcosa di diverso, di un punto di vista che sfugge al già sentito. Bene, siete nel posto giusto.
Alla prossima.
